Cosa succede se una persona muore senza lasciare testamento? A chi spetta l’eredità? La successione Legittima | studio legale scavo avvocato successioni bari

Cosa succede se una persona muore senza lasciare testamento? A chi spetta l’eredità? La successione Legittima | studio legale scavo avvocato successioni bari

Spesso, al momento della morte di una persona, i suoi parenti si domandano a chi spetti l’eredità. In via preliminare, va detto che, subito dopo la morte, si apre nel luogo dell’ ultimo domicilio del defunto la successione ereditaria. Questa può essere  testamentaria (ossia qualora sia presente un testamento) o legittima, secondo le quote stabilite per legge qualora il caro estinto non abbia lasciato un testamento.

La legge, pertanto, interviene a colmare la lacuna della mancanza del testamento,  circostanza invero molto  frequente (non essendo la morte un evento programmato o voluto).  Ciò al fine di perpetrare e dare continuità al patrimonio del defunto all’interno del nucleo familiare, anche qualora lo stesso nulla abbia disposto per l’avvenire, proprio per evitare una dispersione del patrimonio stesso e porre delle regole che risaltino lo schema degli affetti intrattenuti in vita dal defunto.

 In particolare, in assenza di testamento, interviene la legge ad individuare gli eredi che si definiscono “legittimi” nelle persone degli stretti congiunti del caro estinto.

La normativa di riferimento è contenuta, nel codice civile, nel sistema di articoli che va dal 565 al 586.

  1. A chi spetta l’eredità se non c’è testamento? Chi sono gli eredi legittimi?

Gli eredi legittimi sono:

  • il coniuge superstite;
  • i figli;
  • i discendenti, ossia i nipoti, ma solo  in caso di premorienza dei figli;
  •  fratelli/sorelle;
  • Gli  ascendenti
  • I collaterali entro il sesto grado.

Come appare subito evidente, tale tipologia di successione  non opera per quei rapporti di parentela troppo lontani. Così la mancanza di parenti entro il sesto grado determina l’eredità è devoluta  allo Stato.

Ciò in virtù del fatto che il codice vuole richiamare,  in buona sostanza il legame di affettivo e di parentela avuto con il defunto in vita, indicando, perlomeno in teoria, alcuni soggetti prima di altri in considerazione della particolare valenza affettiva o sentimentale che si reputa di per sé connaturata al rapporto familiare.

Il tutto, secondo diverse quote a seconda delle ipotesi che possono verificarsi alla morte del caro estinto, che vedremo in un successivo articolo.

  • Quali eredi non possono essere esclusi dall’eredità? La differenza tra legittimi e legittimari

La legge, nell’ottica della preservazione del patrimonio e della continuità dello stesso all’interno della famiglia, riserva a chi abbia un grado di parentela stretto, delle quote, chiamate quote di legittima, che non possono essere intaccate da alcuna disposizione testamentaria.

I soggetti beneficiari di queste quote sono i cosiddetti legittimari, da non confondere con i legittimi, ossia quelli indicati sopra. I legittimi, infatti, sono la categoria generale dei soggetti che hanno la facoltà di divenire eredi in caso di accettazione (i cosiddetti “chiamati all’eredità”), mentre i legittimari sono solo una piccola parte ben identificata dei legittimi ( si suol dire che “non tutti i legittimi sono legittimari, ma tutti i legittimari sono legittimi”), rappresentando una speciale categoria di questi cui la legge riconosce alcuni diritti intangibili nei confronti del patrimonio del defunto.

Nel caso dei legittimari, si parla di “successione necessaria”, poichè mediante il testamento (o le donazioni effettuate in vita) il defunto non può liberamente disporre di tutto il suo patrimonio, bensì solo di una parte, definita “quota disponibile”, mentre un’altra parte, spesso la più consistente, è riservata a quelli che, per l’appunto, sono gli eredi legittimari.

La loro quota è intangibile e non possono essere esclusi dall’eredità, salvo alcuni casi specifici posti dalla legge nelle c.d. “cause di indegnità a succedere” (previste dall’art. 463 del codice civile e il cui elenco è tassativo, vedi paragrafo successivo). Agli eredi legittimari si applicano sia tutte le regole previste per i legittimi, sia alcune regole specifiche volte a fornire maggiore tutela alla loro posizione.

In un successivo articolo vedremo cosa succede in caso di mancato rispetto delle quote di legittima e quali azioni possono esperire gli eredi legittimari che abbiano visto lesi i loro diritti ereditari.

  • Come si può essere esclusi dall’eredità (diseredati)? Le Cause di indegnità a succedere.

Come abbiamo visto, la legge riconosce dei diritti ereditari agli eredi legittimi, che non possono essere esclusi.

Per quanto concerne la particolare categoria dei legittimari, poi, colui che redige testamento non può liberamente decidere di diseredarli (cioè di escluderli dalla sua eredità): come vedremo in seguito, anche se il testamento dovesse devolvere tutta l’eredità a un soggetto non legittimario, il legittimario leso nei suoi diritti (c.d. legittimario praetermesso) può esperire azioni in grado di farli ricevere quanto spettantigli di diritto.

Le uniche cause previste dalla legge per l’esclusione dall’eredità (sia per legittimi sia per legittimari), sono le seguenti (art. 463 codice civile):

“È escluso dalla successione come indegno:

1) chi ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere la persona della cui successione si tratta, o il coniuge, o un discendente, o un ascendente della medesima, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale;

2) chi ha commesso, in danno di una di tali persone, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull’omicidio 

3) chi ha denunziato una di tali persone per reato punibile, con l’ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denunzia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale; ovvero ha testimoniato contro le persone medesime imputate dei predetti reati, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale;
3 bis) chi, essendo decaduto dalla potestà genitoriale nei confronti della persona della cui successione si tratta a norma dell’art. 330, non è stato reintegrato nella potestà alla data di apertura della successione medesima;

4) chi ha indotto con dolo o violenza la persona, della cui successione si tratta, a fare, revocare o mutare il testamento, o ne l’ha impedita;

5) chi ha soppresso, celato, o alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata;
6) chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso.”

Questo è un elenco tassativo, ossia che non può essere modificato da nessuno se non dal legislatore e che prevede delle fattispecie chiare. Per cui, qualora la causa della diseredazione non dovesse rientrare tra quelle elencate, questa sarebbe illegittima e potrebbe essere impugnata.

Quanto detto in questo articolo fa capire perché sia fondamentale, al momento della morte di un parente, rivolgersi ad un avvocato esperto o a un notaio per capire quali sono i diritti ereditari spettanti.

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